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Rilevata la presenza di uranio arricchito nel sito della Sogin al Centro Enea di Rotondella

Lo scorso 26 settembre i Carabinieri del NOE di Potenza e del Nucleo Radioattivi del Comando CC per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Roma hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dalla Procura della Repubblica di Matera, relativo ad un area di circa 600 mq, ubicata all’interno del sito nucleare ITREC di Rotondella (MT) – località Trisaia -, gestito dalla società SOGIN s.p.a., che si occupa delle attività di decommissioning degli impianti nucleari italiani e della relativa gestione dei rifiuti radioattivi.

Il provvedimento giudiziario è stato emesso in seguito a verifiche effettuate dai carabinieri del NOE e dall’ISIN già dal maggio 2022. Ma è dal 2014 che si era a conoscenza dell’esistenza di 4 lotti, stoccati sul posto, per cui si era chiesto il corretto smaltimento.

Provvedimento giudiziario, dunque, che segue quello disposto dalla DDA potentina che ha proceduto all’emissione di sedici avvisi di conclusione delle indagini e di garanzia per i reati di per smaltimento illecito di rifiuti, disastro ambientale, inquinamento ambientale, falso e altro.

I Carabinieri del NOE di Potenza avevano segnalato criticità in merito al corretto smaltimento di rifiuti (radioattivi e convenzionali) sin da maggio 2022 e dal 2014 avevano sollecitato al corretto smaltimento di quattro lotti in particolare.

Di questi quattro lotti, tre sono stati smaltiti correttamente – secondo quando si legge nel comunicato del NOE di Potenza – per il lotto n. 4, invece, “nel mese di dicembre 2023 la stessa SOGIN comunicava all’ISIN che le analisi, propedeutiche allo smaltimento delle terre, avevano rilevato la presenza di uranio arricchito U234.”

Si tratterebbe di una “tipologia di radionucloide” rilevata in minime concentrazioni e che “non rientrava nei processi normalmente realizzati nell’impianto Itrec di Rotondella”.

I livelli di contaminazione rilevati, come certificato dall’Ispettorato per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), non rappresenterebbero un pericolo immediato per i lavoratori, per l’ambiente e la popolazione. 

“L’area in sequestro – conclude il comunicato – verrà posta in sicurezza secondo le indicazioni dell’ISIN.”

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