Il clan Scarcia-Scarci nel mirino della DDA di Potenza
Operazione della DIA (Direzione investigativa antimafia) , composta da appartenenti a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza (anche con unità cinofile), che ha condotto (nella giornata dello scorso 2 ottobre) all’esecuzione di ventuno ordini di fermo, emessi dalla DDA di Potenza, nei confronti di altrettanti presunti appartenenti al clan delle famiglie Scarcia e Scarci, rispettivamente di Policoro e Scanzano.
Si tratta di soggetti già colpiti in passato da imputazioni nell’ambito di procedimenti per associazione di tipo mafiosa di cui all’art 416 bis cp ed alcuni, in particolare Scarcia Salvatore e Scarcia Daniele, già raggiunti da sentenze passate in giudicato per fatti di criminalità organizzata.
L’accusa è quella di aver costituito una “confederazione” mafiosa che operava sul litorale ionico soprattutto per acquisire il monopolio delle attività economiche relative a turismo, balneazione, pesca e ristorazione.
Ed è soprattutto nel settore della pesca professionale che i predetti avrebbero consumato i reati, soprattutto quello di estorsione. Si legge nel comunicato della Procura di Potenza che i soggetti indiziati “avrebbero imposto una sorta di “signoria” lungo tutta la costa ionica (da Metaponto a Nova Siri), con un controllo ed un condizionamento delle attività economiche – in particolare imponendo una tangente , cd “parte” – tramite condotte esplicite o implicite di violenza o minaccia”
Non mancano in questa vicenda episodi che dimostrerebbero l’assoggettamento di certi ambienti soprattutto di Scanzano ionico con l’episodio emblematico del cd “inchino” della barca che trasporta la Madonna nella tradizionale “processione del mare” (del 15 agosto) davanti al lido balneare degli Scarci, adibito a rimessaggio di barche ed all’interno del quale nel dicembre 2023 furono rinvenuti circa tredici chili di esplosivo.
Coinvolto nell’indagine, proprio per quest’ultimo episodio in quanto alla guida del corteo religioso, il sindaco di Scanzano Ionico, Pasquale Cariello, accusato di turbativa di funzioni religiose con l’aggravante di cui al 416 bis 1 cp.