Tutti i numeri del decreto “Salvini”
La norma del decreto che ha maggiormente fatto discutere è quella che riguarda lo smantellamento del sistema SPRAR e l’eliminazione del permesso di soggiorno per protezione umanitaria.
Contemporaneamente all’entrata in vigore del decreto “Salvini” si è calcolato che In Italia lo smantellamento della protezione umanitaria avrebbe riguardato circa 400.000 persone. Sarebbero stati,invece, circa 100.000 quelli che sarebbero diventati, perdendo il diritto al permesso di soggiorno, gli irregolari. Il ruolo delle Prefetture, sin dall’inizio dell’entrata in vigore del provvedimento, è parso centrale: sarebbero stati, infatti, i Prefetti titolari del potere di revoca del permesso di soggiorno, ovvero di deroga alla revoca (quest’ultima prevista per situazioni di particolare vulnerabilità).
Ma con la sentenza n. 4890/2019 del 20 febbraio scorso, con la quale la Corte di Cassazione ha sancito la non retroattività del decreto relativamente anche al diritto d’asilo, questi numeri sono chiaramente destinati a ridimensionarsi riguardando il provvedimento solo le richieste d’asilo pervenute dopo l’entrata in vigore del decreto, ossia dopo il 5 ottobre 2018.
Da ottobre a dicembre 2018 si calcola siano stati circa 10.000 gli immigrati richiedenti asilo fuoriusciti dal circuito Sprar. Dall’entrata in vigore del decreto, anche se ciò non è diretta conseguenza normativa, vi è stata una stretta sulle concessioni del diritto d’asilo: il 5% a novembre scorso a fronte di una media precedente del 26%.
A livello europeo il fenomeno immigrazione nel 2018 ha registrato più di centomila arrivi, con il maggior flusso verso la Spagna (sessantamila circa). In Italia, invece, a fronte dei circa 120.000 sbarchi del 2017, nel 2018 si è registrato un sensibile calo degli arrivi via mare: quelli registrati, infatti, sono stati circa 23.000 (fonte: UNHCR).
Nel gennaio di quest’anno gli sbarchi sono diminuiti del 95% rispetto allo stesso periodo del 2018, aumentando però la percentuale di coloro che perdono la vita in mare: dal 2018 circa un immigrato ogni diciassette ha perso la vita tentando la traversata del mediterraneo verso le coste italiane, mentre nel periodo precedente (quello di maggior afflusso) tale “sinistro” rapporto era di uno a trentaquattro.
Infine, uno sguardo ai rimpatri: considerando solo quelli dal nostro Paese verso i Paesi d’origine, dall’inizio della legislatura sono stati circa 5.000 (soprattutto quelli forzati). Con il precedente governo Gentiloni, invece, i rimpatri nel 2017 erano stati più del doppio, oltre ad avere, in realtà l’ex ministro Minniti fatto accordi internazionali con ONU e autorità libiche per il rimpatrio, dai centri di detenzione libici ai loro Paesi d’origine, di circa 7.000 migranti.
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