Tra la Murgia ed il melfese
“Lì dove c’era l’erba ora c’è una città”. Quella città, o meglio paese, o meglio ancora borgo, è Spinazzola. Quell’erba però c’è ancora, ed è tanta, ed è grano, ed è giallo ad inondare tutta la valle del Bradano.
Che l’hanno fotografato in tanti, più o meno famosi. Registi e fotografi, professionisti e dilettanti. Come Salvadores (il regista di “Io non ho paura”) o De Angelis (il fotografo delle Murge). Quest’ultimo espone presso la “nuova” biblioteca “Liuzzi”.
Spinazzola è un pianoro che a vederla da lontano sembra un’unica grande fattoria. Sì, perchè qui la tradizione è prettamente agricola. Come gran parte della Murgia (che si estende dall’entroterra della Bat fino a quello del tarantino, lungo l’asse dell’antica via Appia).
Un ponte ferroviario (il ponte dei 21 archi), ora in disuso, conduceva fino a Gioia del Colle. Costruito alla fine dell’ottocento, fu costruito proprio per mettere in comunicazione l’alta e la bassa murgia.
Insieme ai paesi di Palazzo san Gervasio, Banzi e Genzano, fino al 1811 (data della fine prima dominazione borbonica) era in provincia di Matera. Poi con l’arrivo dei francesi (quelli di Napoleone) ci furono importanti cambiamenti amministrativi, come lo stato civile e appunto il passaggio alle Puglie.
Registri napoleonici originali sono custoditi presso la biblioteca restaurata ed inaugurata qualche settimana fa. Una biblioteca di cui se ne occupa la cittadinanza, anche tramite associazioni come “Genius loci”.
Fondata circa trent’anni fa, si occupa di cultura e di territorio.